sabato 27 febbraio 2016

Nasce il Comitato Provinciale per il NO

Anche a Brescia in questi giorni si è costituito il Comitato per il No al referendum costituzionale cui hanno aderito, oltre a numerose persone e diversi esponenti della società civile, trenta associazioni e partiti.

Riteniamo inaccettabile il testo di riforma costituzionale, in quanto stravolge radicalmente l’impianto della Costituzione del 1948, fondato sulla partecipazione democratica, sulla rappresentanza politica e sull’equilibrio tra i poteri. Inaccettabile è il metodo seguito per la sua approvazione e inaccettabili sono i suoi contenuti, ancor di più se presi in considerazione insieme alla portata della nuova legge elettorale, l’Italicum.

Nel metodo: la riforma è stata approvata da una maggioranza priva di legittimazione sostanziale in ragione della dichiarazione di illegittimità costituzionale del Porcellum con il quale è stata eletta; la procedura di approvazione è stata frettolosa e ricca di irregolarità e tutto questo si è tradotto in numerosi strafalcioni presenti nel testo.

Nei contenuti: la cancellazione dell’elezione diretta dei senatori, ridotti di numero e da selezionare fra persone scelte per la titolarità di un diverso mandato provenienti da un ceto politico regionale altamente screditato, colpisce irrimediabilmente il principio della rappresentanza politica e gli equilibri del sistema istituzionale.

Non basta l’argomento del taglio dei costi, che più e meglio poteva perseguirsi con scelte diverse. Né basta l’intento dichiarato di costruire una più efficiente Repubblica delle autonomie, smentito dalle complesse e farraginose procedure legislative previste, che realizzano, invece, una forte sterzata in direzione centralista.

Il vero obiettivo della riforma è lo spostamento dell’asse istituzionale a favore dell’Esecutivo. Ne è prova la sinergia tra la riforma costituzionale e l’Italicum, che aggiunge all’azzeramento della rappresentatività del Senato l’indebolimento radicale della rappresentatività della Camera dei deputati. Ballottaggio, premio di maggioranza alla singola lista, soglie di accesso e voto bloccato sui capilista consegnano la Camera nelle mani del leader del partito vincente — anche con pochi voti – nella competizione elettorale, secondo il modello dell’uomo solo al comando.

Ne risente l’intero assetto costituzionale, partendo dall’elezione del Capo dello Stato e dei componenti di nomina parlamentare della Corte costituzionale e del Csm. Ne esce in definitiva indebolita la Costituzione in quanto tale, dal momento che potrà essere modificata a piacimento dalla maggioranza di turno, o meglio dal suo leader, in ragione dei seggi che questi avrà avuto in regalo grazie al premio di maggioranza.

Si mira a costituzionalizzare e aggravare le degenerazioni già esistenti dell’attuale sistema politico: l’Italicum è come e peggio del Porcellum; il Parlamento è già un simulacro asservito al Governo, o meglio all’uomo solo al comando di turno.
L’impatto negativo sulla sovranità popolare, sulla rappresentanza, sulla partecipazione democratica e sul diritto di voto è indiscutibile.


Per questo stesso motivo il Comitato parteciperà alla raccolta di firme promossa a livello nazionale per abrogare il premio di maggioranza e le liste bloccate dell’Italicum

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