Anche a Brescia in questi giorni si è
costituito il Comitato per il No al referendum costituzionale cui hanno aderito,
oltre a numerose persone e diversi esponenti della società civile, trenta associazioni e partiti.
Riteniamo inaccettabile il testo di riforma
costituzionale, in quanto stravolge radicalmente l’impianto della Costituzione
del 1948, fondato sulla partecipazione democratica, sulla rappresentanza
politica e sull’equilibrio tra i poteri. Inaccettabile è il metodo seguito per
la sua approvazione e inaccettabili sono i suoi contenuti, ancor di più se
presi in considerazione insieme alla portata della nuova legge elettorale, l’Italicum.
Nel metodo: la riforma è stata approvata da una maggioranza priva di legittimazione
sostanziale in ragione della dichiarazione di illegittimità costituzionale
del Porcellum con il quale è stata eletta; la procedura di approvazione è stata
frettolosa e ricca di irregolarità e tutto questo si è tradotto in numerosi
strafalcioni presenti nel testo.
Nei contenuti: la cancellazione dell’elezione diretta dei senatori, ridotti di
numero e da selezionare fra persone scelte per la titolarità di un diverso
mandato provenienti da un ceto politico regionale altamente screditato,
colpisce irrimediabilmente il principio della rappresentanza politica e gli
equilibri del sistema istituzionale.
Non basta l’argomento del taglio dei costi, che
più e meglio poteva perseguirsi con scelte diverse. Né basta l’intento
dichiarato di costruire una più efficiente Repubblica delle autonomie, smentito
dalle complesse e farraginose procedure legislative previste, che realizzano,
invece, una forte sterzata in direzione centralista.
Il vero obiettivo della riforma è lo
spostamento dell’asse istituzionale a favore dell’Esecutivo. Ne è prova la
sinergia tra la riforma costituzionale e l’Italicum, che aggiunge all’azzeramento
della rappresentatività del Senato l’indebolimento radicale della
rappresentatività della Camera dei deputati. Ballottaggio, premio di
maggioranza alla singola lista, soglie di accesso e voto bloccato sui capilista
consegnano la Camera nelle mani del leader del partito vincente — anche con
pochi voti – nella competizione elettorale, secondo il modello dell’uomo solo al comando.
Ne risente l’intero assetto costituzionale,
partendo dall’elezione del Capo dello Stato e dei componenti di nomina
parlamentare della Corte costituzionale e del Csm. Ne esce in definitiva indebolita
la Costituzione in quanto tale, dal momento che potrà essere modificata a
piacimento dalla maggioranza di turno, o meglio dal suo leader, in ragione dei
seggi che questi avrà avuto in regalo grazie al premio di maggioranza.
Si mira a
costituzionalizzare e aggravare le degenerazioni già esistenti dell’attuale
sistema politico: l’Italicum è come e peggio del Porcellum; il Parlamento è già
un simulacro asservito al Governo, o meglio all’uomo solo al comando di turno.
L’impatto negativo sulla sovranità popolare,
sulla rappresentanza, sulla partecipazione democratica e sul diritto di voto è
indiscutibile.
Per questo stesso
motivo il Comitato parteciperà alla raccolta di firme promossa a livello
nazionale per abrogare il premio di maggioranza e le liste bloccate dell’Italicum.
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