Il Governo aveva preannunziato il referendum confermativo
sulla “deforma” costituzionale per i primi giorni di Ottobre.
Sembrava di avere fretta ad ottenere il consenso dei
cittadini.
Dopo le poche esaltanti elezioni amministrative è iniziato un
balletto, con relativa ridda di indicazioni sulle date della consultazione, che
la farebbero slittare alla fine del prossimo mese di Ottobre, o addirittura a
Novembre.
La fissazione sarebbe ulteriormente legata a varie proposte
di modifica della legge elettorale, ancora non sperimentata nella sua
applicazione concreta.
Chiediamo al Governo un po’ di serietà.
La consultazione dei cittadini, come atto di democrazia
diretta, è una cosa seria.
Non si può tenerla in sospeso a seconda delle vicende di
questo governo, che oggi teme i ballottaggi che Lui stesso ha previsto.
Gli elettori non sono burattini, da fare muovere con i fili
della convenienza da parte di chi ha solo interesse a consolidare il proprio
potere.
Viene abolita l’elettività diretta dal Senato.
Viene abolita l’elezione dei Consigli provinciali.
Viene ampliato il numero minimo di firme per proporre una
legge di iniziativa popolare.
La maggioranza del Parlamento affidata ad una minoranza di
elettori, con il premio di maggioranza e i ballottaggi.
Non si va verso uno Stato più efficiente.
Si va verso uno Stato che tiene sempre meno conto degli
elettori e si affida sempre più a minoranze ben organizzate.
Tutto ciò, sin dall’antichità, si è sempre chiamato
“OLIGARCHIA”, che è il contrario di “DEMOCRAZIA”.
La cosiddetta
“riforma” costituzionale appoggiata dal Governo dovrebbe rendere più efficiente
lo Stato e le istituzioni.
Ma questo sarà il risultato:
1) La Camera non sarà più rappresentativa dell’elettorato,
perché il premio di maggioranza altererà ogni criterio di rappresentanza.
2) Il Senato sarà composto da Consiglieri regionali e Sindaci
che, svolto il loro lavoro principale, avranno ben poco tempo da dedicare al
loro “secondo lavoro”.
3) I procedimenti per legiferare si moltiplicano e si complicano.
4) I cittadini avranno ancora meno possibilità di proporre
leggi.
5) Passeranno velocemente, come oggi, solo le leggi proposte
dal Governo; piacciano o non piacciano.
Ci sembra che la decantata maggiore efficienza democratica,
si risolverà sempre più in un’attività di pochi, non eletti ma nominati.