giovedì 14 luglio 2016

La "riforma" costituzionale del governo non fa risparmiare nulla e non abolisce niente

La “riforma” costituzionale del Governo non fa risparmiare nulla e non abolisce niente.
1) Il Senato non viene abolito, e costerà soltanto il 5% - 10% in meno del costo attuale.
2) Le Province sono abolite per la parte elettiva ma non per gli apparati, le burocrazie, le competenze, che restano invariate, così come le relative spese.
3) La Camera dei deputati rimane invariata nel numero, e nelle spese relative.
4) Le spese per il Governo, in compenso,  aumentano ogni anno.
Non è un vero taglio delle spese e degli organi inutili; ma solo un’operazione di facciata e di pura Propaganda.
Il nuovo Senato previsto dalla “riforma” costituzionale sottoposta a referendum nei prossimi mesi,  prevede che i senatori si riducano a 100, di cui 74 Consiglieri regionali, 21 Sindaci oltre quelli Trento e Bolzano,  5 Senatori nominati dal Presidente della Repubblica.

Così avremo:
1) Una camera non elettiva, contrariamente a quanto prevede la Costituzione stessa.
2) Un Senato che sarà un dopolavoro di Consiglieri regionali e Sindaci.
3) Un Senato con componenti che si formeranno in tempi diversi, e chiunque di composizione incerta e variabile.
4) Il Senato userà procedimento legislativo diverso da quello della Camera.
5)  Si formerà un piccolo partitino senatoriale del Presidente della Repubblica.
Nella più pasticciona  delle repubbliche delle banane non sarebbero riusciti a inventare un simile guazzabuglio.
La cosiddetta “ riforma” della Costituzione è stata voluta dal Governo,  che però non è stato in  grado di avere raggiunto il consenso in un Parlamento eletto con il già superato “ PORCELLUM” , dichiarato  incostituzionale.
Si tratta pertanto di un Parlamento di persone nominate dai partiti, ma  anche delegittimate, che avevano tutto l’interesse a nuovamente legittimarsi con una nuova “ legge truffa”.

Visto che non  ha ottenuto neppure in quel contesto ciò che voleva, il Governo tenta ora di fare confermare le proprie scelte agli elettori , confidando nel fatto che i cittadini .accettano supinamente  quelle scelte.

Sarà allora il caso che gli elettori dimostrano di ragionare con la loro testa e non secondo le pretese di un Governo che non è nato in  una situazione di sostanziale legittimazione.

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