La “riforma” costituzionale del
Governo non fa risparmiare nulla e non abolisce niente.
1) Il Senato non viene
abolito, e costerà soltanto il 5% - 10% in meno del costo attuale.
2) Le Province sono abolite
per la parte elettiva ma non per gli apparati, le burocrazie, le competenze,
che restano invariate, così come le relative spese.
3) La Camera dei deputati
rimane invariata nel numero, e nelle spese relative.
4) Le spese per il Governo,
in compenso, aumentano ogni anno.
Non è un vero taglio delle
spese e degli organi inutili; ma solo un’operazione di facciata e di pura Propaganda.
Il nuovo Senato previsto
dalla “riforma” costituzionale sottoposta a referendum nei prossimi mesi, prevede che i senatori si riducano a 100, di
cui 74 Consiglieri regionali, 21 Sindaci oltre quelli Trento e Bolzano, 5 Senatori nominati dal Presidente della
Repubblica.
Così avremo:
1) Una camera non elettiva, contrariamente
a quanto prevede la Costituzione stessa.
2) Un Senato che sarà un
dopolavoro di Consiglieri regionali e Sindaci.
3) Un Senato con componenti
che si formeranno in tempi diversi, e chiunque di composizione incerta e
variabile.
4) Il Senato userà
procedimento legislativo diverso da quello della Camera.
5) Si formerà un piccolo partitino senatoriale
del Presidente della Repubblica.
Nella più pasticciona delle repubbliche delle banane non sarebbero
riusciti a inventare un simile guazzabuglio.
La cosiddetta “ riforma”
della Costituzione è stata voluta dal Governo, che però non è stato in grado di avere raggiunto il consenso in un
Parlamento eletto con il già superato “ PORCELLUM” , dichiarato incostituzionale.
Si tratta pertanto di un
Parlamento di persone nominate dai partiti, ma anche delegittimate, che avevano tutto l’interesse
a nuovamente legittimarsi con una nuova “ legge truffa”.
Visto che non ha ottenuto neppure in quel contesto ciò che
voleva, il Governo tenta ora di fare confermare le proprie scelte agli elettori
, confidando nel fatto che i cittadini .accettano supinamente quelle scelte.
Sarà allora il caso che gli
elettori dimostrano di ragionare con la loro testa e non secondo le pretese di
un Governo che non è nato in una
situazione di sostanziale legittimazione.
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