venerdì 27 maggio 2016

Italicum

Italicum ( Legge elettorale) =  Governo dei pochi
Immaginate un paese dove va a votare il 50% degli elettori (è già successo alle scorse elezioni europee).
Immaginate che il partito più votato prenda il 25% dei voti (i sondaggi per molti partiti danno percentuali simili).
A questo punto si va al ballottaggio con altra forza politica che ha preso poco più o meno in termini di voti, e questo partito prevale.
Significa che un partito che ha avuto il 12,5% dei suffragi degli elettori avrà il 54% dei deputati (più un pò di altri senatori) e potrà governare per 5 anni rappresentano però  una ristretta minoranza di elettori.

Chiunque governerà, avrà a propria disposizione il grimaldello per la cassaforte dei pieni poteri.
Infatti la nuova legge elettorale “Italicum” darà a chi vincerà le elezioni, anche di un soffio e pure con scarso risultato, un governo di maggioranza che gli farà dominare l’unica camera parlamentare importante rimasta.
Il Senato, che non viene abolito, avrà solo poche competenze, e nemmeno rilevanti, e non potrà certo bilanciare gli sconvolti equilibri parlamentari.
Così il partito che avrà il premio di maggioranza avrà anche il governo e ogni altro potere.
Non è una storia che abbiamo già visto?

Il Presidente dell’ANPI Carlo Smuraglia Docente universitario di diritto del lavoro e avvocato) è stato attaccato fino al dileggio da parte dei sostenitori della riforma costituzionale.
Gli danno del rimbambito e del conservatore.
E’ veramente indecente che coloro che sono nati e vissuti al riparo di una Costituzione aperta, democratica, antifascista rinfaccino di essere una cariatide da museo. a chi difende questa conquista (ottenuta col sangue di molti martiri) come patrimonio della nostra storia più recente.

Non si vergognano di poter oggi usare di quelle libertà che proprio le “ vecchie mummie conservatrici” hanno regalato loro?

sabato 21 maggio 2016

Ministra Boschi

Alla Ministra Boschi, che dice che noi al referendum sulla modifica costituzionale voteremo con i neonazisti di Casa Pound, rispondiamo:
1) Nel 2006 è stato proposto un simile referendum su una ipotesi di riforma della costituzione molto più blanda di quest’ultima, che viene proposta dalla stessa Ministra.
Casa Pound aveva votato a favore; noi e il partito della Boschi contro.
2) Oggi il partito della Ministra appoggerà questa riforma, che stravolge ancora più la legge fondamentale dello stato.
Forse che Casa Pound ha cambiato idea, mentre il PD oggi la pensa come pensava Casa Pound?
  
Ci sorge un dubbio atroce.
Forse solo oggi abbiamo capito perché molti si sono opposti alla riforma costituzionale proposta da Berlusconi, che voleva una costituzione con più poteri per il Governo?
Forse perchè tanti la pensavano troppo blanda, mentre oggi, sconvolgendo gli equilibri tra Governo e Parlamento, si farebbe finalmente sul serio?
Però costoro non hanno capito che le leggi, non sono buone o cattive perché le propongono o Renzi o Berlusconi.
Le leggi sono buone o cattive per quello che dicono.
Oggi l’attuale governo propone leggi che Berlusconi non si sognava nemmeno di proporre.
La democrazia non è un valore che dipende dall’uomo al comando. Mussolini ce l’ha insegnato.

Molti sono preoccupati perché il primo ministro ha detto (solo detto) che se al referendum confermativo della riforma costituzionale non prevarranno i si, lui andrà a casa.
Ammesso e non concesso che sia vero (ha sempre al proprio attivo una legge elettorale – l’Italicum – che è fatta su misura per lui) noi non siamo molto preoccupati se un abile chiacchierone dovrà mollare la sedia del governo. Ce ne faremo una ragione.
Altrimenti, se non vorrà farlo, preferiamo che continui a governare con la fiducia del Parlamento (Camera e Senato) e con qualche controllo in più sul di lui operato.

Se infatti dovesse governare con la riforma della Costituzione in vigore, dovremo temere che ci dica anche cosa mangiare la mattina a colazione.

venerdì 20 maggio 2016

Non siamo conservatori e ci opponiamo alla legge elettorale

E’ conservatore chi si oppone ad una legge elettorale che aumenta ancora più di prima il premio di maggioranza; e mantiene il principio della nomina dall'alto dei candidati; non favorisce più le coalizioni tra forze diverse, pur della stessa tendenza; sancisce il principio che la corrente maggioritaria del partito di maggioranza relativa (che può avere anche meno del 25% dei votanti) potrà dominare il Parlamento, ridotto ad un organo di mero consenso al Governo.
Riteniamo che conservatori siano coloro che tenteranno di introdurre uno sbilanciamento tra Parlamento e Governo a favore di quest’ultimo, e che vorrebbero modificare il principio elettorale di rappresentatività, che è fondamentale per ogni democrazia.

La Corte Costituzionale aveva dichiarato illegittima la scorsa legge elettorale (quella chiamata “porcellum“) perché distorceva troppo la rappresentatività; mortificava le scelte degli elettori e stabiliva una soglia di sbarramento per i piccoli partiti troppo alta.
L’attuale legge conserva il principio dei nominati dalle segreterie di partito e aumenta ancor più il premio di maggioranza.
Ma la cosa peggiore è che un Parlamento che è stato eletto con una legge incostituzionale non solo oggi ha rifatto una legge elettorale quasi identica a quella con cui sono stati eletti, se non peggiore, ma ha voluto una riforma costituzionale che stravolge alcuni principi basilari dell’assetto costituzionale, quale il rapporto tra Parlamento e Governo.
Sono conservatori coloro che si oppongono a questi colpi di mano e sono “veri riformatori” coloro che essendo delegittimati, cambiano le leggi a proprio favore e utilità?.

La cosiddetta “riforma costituzionale” è in realtà una controriforma che tende ad assicurare e stabilizzare la situazione attuale di sfiducia dell’elettorato nei partiti di potere, nel segno di una  tra i tristi anni scorsi e il futuro, invero assai incerto.
Le modifiche costituzionali proposte infatti risultano inadeguate a superare gli abusi del recente passato ponendosi, in continuità con quelle logiche regressive che vogliono rafforzare il Governo e svalutare la rappresentanza.
Non a caso oggi si governa (caso emblematico l’Emilia) con il voto di meno della metà degli elettori e si dichiara di avere il 40% dei consensi con la metà dei cittadini che non hanno votato. (Vedi elezioni europee).
Tutto ciò ha prodotto una situazione di crisi stagnante della fiducia degli elettori nella politica.
Sono veri riformatori i responsabili di ciò?
Sono conservatori coloro che vogliono superare tali cose rilanciando una maggiore  rappresentatività dei cittadini?