venerdì 20 maggio 2016

Non siamo conservatori e ci opponiamo alla legge elettorale

E’ conservatore chi si oppone ad una legge elettorale che aumenta ancora più di prima il premio di maggioranza; e mantiene il principio della nomina dall'alto dei candidati; non favorisce più le coalizioni tra forze diverse, pur della stessa tendenza; sancisce il principio che la corrente maggioritaria del partito di maggioranza relativa (che può avere anche meno del 25% dei votanti) potrà dominare il Parlamento, ridotto ad un organo di mero consenso al Governo.
Riteniamo che conservatori siano coloro che tenteranno di introdurre uno sbilanciamento tra Parlamento e Governo a favore di quest’ultimo, e che vorrebbero modificare il principio elettorale di rappresentatività, che è fondamentale per ogni democrazia.

La Corte Costituzionale aveva dichiarato illegittima la scorsa legge elettorale (quella chiamata “porcellum“) perché distorceva troppo la rappresentatività; mortificava le scelte degli elettori e stabiliva una soglia di sbarramento per i piccoli partiti troppo alta.
L’attuale legge conserva il principio dei nominati dalle segreterie di partito e aumenta ancor più il premio di maggioranza.
Ma la cosa peggiore è che un Parlamento che è stato eletto con una legge incostituzionale non solo oggi ha rifatto una legge elettorale quasi identica a quella con cui sono stati eletti, se non peggiore, ma ha voluto una riforma costituzionale che stravolge alcuni principi basilari dell’assetto costituzionale, quale il rapporto tra Parlamento e Governo.
Sono conservatori coloro che si oppongono a questi colpi di mano e sono “veri riformatori” coloro che essendo delegittimati, cambiano le leggi a proprio favore e utilità?.

La cosiddetta “riforma costituzionale” è in realtà una controriforma che tende ad assicurare e stabilizzare la situazione attuale di sfiducia dell’elettorato nei partiti di potere, nel segno di una  tra i tristi anni scorsi e il futuro, invero assai incerto.
Le modifiche costituzionali proposte infatti risultano inadeguate a superare gli abusi del recente passato ponendosi, in continuità con quelle logiche regressive che vogliono rafforzare il Governo e svalutare la rappresentanza.
Non a caso oggi si governa (caso emblematico l’Emilia) con il voto di meno della metà degli elettori e si dichiara di avere il 40% dei consensi con la metà dei cittadini che non hanno votato. (Vedi elezioni europee).
Tutto ciò ha prodotto una situazione di crisi stagnante della fiducia degli elettori nella politica.
Sono veri riformatori i responsabili di ciò?
Sono conservatori coloro che vogliono superare tali cose rilanciando una maggiore  rappresentatività dei cittadini?

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