Se, con la riforma della Costituzione e la nuova legge elettorale (che
entra in vigore il primo luglio di quest’anno) un partito e il suo leader
prendono la maggioranza in Parlamento, si instaura una intesa governo
parlamento che per cinque anni durata della legislatura imperverserà
indisturbata.
Infatti nel Parlamento, ridotto di fatto alla sola Camera dei deputati, il
partito di maggioranza relativo avrà la maggioranza assoluta e su ogni legge
che proporrà il Governo non solo ci sarà un procedimento più facile e spedito,
ma ci sarà sempre la maggioranza garantita.
Dunque, nel bene e nel male, avremo cinque anni di stabilità, ma anche
cinque anni nel corso dei quali ogni dissenso, ogni idea diversa, saranno
mortificati.
Vogliamo proprio questo?
Se pensate di no, votate no alla proposta di riforma costituzionale
sottoposta a referendum.
Il Presidente degli Stati Uniti, se vuole fare passare una propria proposta
di legge, deve venire a patti con il Parlamento.
Il Presidente della Francia deve fare lo stesso.
E siamo in repubbliche presidenziali.
Con la nuova legge elettorale italiana (Italicum) il Presidente del
Consiglio e il Governo avranno a disposizione la maggioranza assoluta del
Parlamento; avranno corsie preferenziali e potranno porre la fiducia al proprio
partito per fare passare integralmente le proprie proposte.
Che contrappeso avrà il Governo da parte del Parlamento?
Così tutti i rappresentanti del Parlamento negli organi di garanzia (Corte
Costituzionale, CSM, Alte Magistrature), ma anche nelle istituzioni pubbliche
più delicate (RAI, Servizi di sicurezza) saranno sempre designati a senso
unico e a colpi di maggioranza.
Come si definisce uno stato dove non ci sono spazi per le opposizioni e le
minoranze?
Perché due gruppi politici di centro-destra come quello di Alfano
(Nuovo centro destra) e quello di Verdini (ex Forza Italia) sostengono la
riforma costituzionale appoggiata dal principale partito di Centro Sinistra?
Il motivo è semplice; la riforma ricalca le orme di quella che aveva
proposto il centro destra nel 2006 e la legge elettorale prossima entrare in
vigore è peggio del Porcellum, voluto già dai leghisti e da Berlusconi.
Nel 2006 però la riforma proposta è stata sonoramente respinta dal popolo
italiano.
Adesso Verdini e Alfano, che hanno trovato utili idioti che ripropongono
quelle stesse cose, gongolano e si strizzano l’occhio con soddisfazione.
Il problema sarà di chi, come Berlusconi e Calderoli, quelle riforme
volevano e oggi non vogliono più.
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