venerdì 17 giugno 2016

Un uomo solo al comando

Se, con la riforma della Costituzione e la nuova legge elettorale (che entra in vigore il primo luglio di quest’anno) un partito e il suo leader prendono la maggioranza in Parlamento, si instaura una intesa governo – parlamento che per cinque anni – durata della legislatura – imperverserà indisturbata.
Infatti nel Parlamento, ridotto di fatto alla sola Camera dei deputati, il partito di maggioranza relativo avrà la maggioranza assoluta e su ogni legge che proporrà il Governo non solo ci sarà un procedimento più facile e spedito, ma ci sarà sempre la maggioranza garantita.
Dunque, nel bene e nel male, avremo cinque anni di stabilità, ma anche cinque anni nel corso dei quali ogni dissenso, ogni idea diversa, saranno mortificati.
Vogliamo proprio questo?
Se pensate di no, votate no alla proposta di riforma costituzionale sottoposta a referendum.

Il Presidente degli Stati Uniti, se vuole fare passare una propria proposta di legge, deve venire a patti con il Parlamento.
Il Presidente della Francia deve fare lo stesso.
E siamo in repubbliche presidenziali.
Con la nuova legge elettorale italiana (Italicum) il Presidente del Consiglio e il Governo avranno a disposizione la maggioranza assoluta del Parlamento; avranno corsie preferenziali e potranno porre la fiducia al proprio partito per fare passare integralmente le proprie proposte.
Che contrappeso avrà il Governo da parte del Parlamento?
Così tutti i rappresentanti del Parlamento negli organi di garanzia (Corte Costituzionale, CSM, Alte Magistrature), ma anche nelle istituzioni pubbliche più delicate (RAI, Servizi di sicurezza) saranno sempre designati a senso unico  e a colpi di maggioranza.
Come si definisce uno stato dove non ci sono spazi per le opposizioni e le minoranze?

 Perché due gruppi politici di centro-destra come quello di Alfano (Nuovo centro destra) e quello di Verdini (ex Forza Italia) sostengono la riforma costituzionale appoggiata dal principale partito di Centro – Sinistra?
Il motivo è semplice; la riforma ricalca le orme di quella che aveva proposto il centro destra nel 2006 e la legge elettorale prossima entrare in vigore è peggio del “Porcellum”, voluto già dai leghisti e da Berlusconi.
Nel 2006 però la riforma proposta è stata sonoramente respinta dal popolo italiano.
Adesso Verdini e Alfano, che hanno trovato utili idioti che ripropongono quelle stesse cose, gongolano e si strizzano l’occhio con soddisfazione.

Il problema sarà di chi, come Berlusconi e Calderoli, quelle riforme volevano e oggi non vogliono più.

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